Questo film lo potete vedere solo su Netflix, vi avverto. Ma vi dico anche che se siete dei veri cinefili e ne avete la possibilità è uno strumento di cui non potete più non disporre.
Centrale ne Lo spietato è l’interpretazione di Riccardo Scamarcio: una ulteriore conferma della sua maturità di attore di certo poliedrico, ma particolarmente bravo nelle parti tenebrose, a dare il suo volto mediterraneo e da eterno ragazzo a personaggi combattuti, borderline, più folli che cattivi (avevate visto, di recente, Il testimone invisibile? Qui la mia recensione).
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Candidato per varie categorie ai David di Donatello 2018, il film ha il titolo della trasmissione radiofonica da anni condotta dal regista, che ha proprio lo stesso tema, cioè la fuga dei ragazzi dal nostro Paese. L’avete mai ascoltata? A me piace moltissimo perché è basata su interviste ed incentrata su esperienze raccontate in diretta dai giovani emigranti.
Le motivazioni della fuga dai confini nazionali sono le più varie, come le destinazioni. Non è vero che tutti vanno via perché sono dei geni incompresi; moltissimi vanno via perché pensano di non avere qui alcuna possibilità di realizzare i propri sogni o più semplicemente le proprie aspettative. Alcuni perché cercano un ideale di libertà, di vita alternativa a quella “normale” che avrebbero qui.
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Andare al cinema è come andare in Chiesa per me, con la differenza che la Chiesa non consente il dibattito, il cinema sì. (Martin Scorsese)